27 gennaio 2022: nella Giornata della Memoria il ricordo di sacerdoti genovesi ‘Giusti’ che salvarono tanti fratelli Ebrei

Arcidiocesi: 27 gennaio 2022: nella Giornata della Memoria il ricordo di sacerdoti genovesi ‘Giusti’ che salvarono tanti fratelli Ebrei

Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, per non dimenticare il dramma dell’olocausto e il sacrificio di milioni di ebrei deportati nei campi di sterminio nazisti.
Eventi che si allontanano temporalmente e per i quali i testimoni diretti sono pochi: per questo è necessario impedire che il ricordo di ciò che è accaduto venga meno, specialmente tra le giovani generazioni.
In quegli anni di odio insensato e di abisso del male anche la Chiesa genovese ha contribuito a percorrere una strada di aiuto e di salvezza per tanti ebrei che sono stati accolti e risparmiati alla deportazione e alla morte; tutto questo grazie alla solidarietà ingegnosa, animata da un’ incrollabile fede, di alcuni sacerdoti e laici della nostra diocesi che si sono spesi in prima linea per nascondere e salvare tanti che hanno bussato alle loro porte per avere un rifugio e una speranza.
La Chiesa genovese annovera, infatti, nel suo clero quattro sacerdoti che hanno ricevuto il riconoscimento di ‘Giusto tra le nazioni’ che viene conferito dalla Commissione per la Designazione per la Memoria della Shoah di Israele a Gerusalemme.

 

Card. Pietro Boetto
Tra questi il Cardinale Pietro Boetto, Arcivescovo di Genova dal 1938 al 1946. Al suo impegno a favore degli Ebrei è dedicato il volume “Giusto tra le Nazioni – Pietro Boetto Arcivescovo di Genova (Il Cardinale degli Ebrei, della Liberazione, degli operai e dei poveri e i suoi collaboratori), un progetto editoriale realizzato da Il Cittadino, fortemente voluto dal Cardinale Bagnasco, per rendere noto il lavoro portato avanti nel silenzio dalla Chiesa genovese: molti eventi e atti eroici di aiuto e salvezza degli ebrei sono venuti fuori molto più tardi, per cui la ricostruzione dei fatti ha necessitato di tempo per essere portata a conoscenza di tutti.
Le imprese portate avanti dal Cardinale Boetto per la liberazione di Genova (che gli valse il titolo di ‘Defensor Civitatis’) e a favore degli Ebrei sono raccontati in questo libro nato proprio in concomitanza con la notizia dell’onorificenza attribuita al Cardinale nel 2017.

Mons. Francesco Repetto
Alla figura di Boetto è legata quella di Mons. Francesco Repetto, suo segretario personale dal 1940 al 1946 e quindi dopo l’8 settembre 1943, quando si assunse il compito di proseguire nella clandestinità l’opera della Delegazione Assistenza Emigrati Ebrei (DelAsEm) che si era conclusa dopo l’occupazione nazista.
Egli riuscì a creare una vera e propria organizzazione per la distribuzione di viveri, ricoveri in luoghi sicuri aiutando così centinaia di perseguitati.
Nel 1956 ricevette la medaglia d’oro delle Comunità Israelitiche Italiane e nel 1982 nel salone d’onore di Palazzo Tursi nel 1982 ricevette la Medaglia di ‘Giusto tra le Nazioni’.
Don Repetto per un certo periodo fu costretto anche alla clandestinità per volere dello stesso Cardinale Boetto che temeva per la sua incolumità: si mise in contatto con il parroco di San Giacomo di Pino, don Michele Poggi, chiedendogli di ospitare per qualche tempo il suo segretario; iniziò così la clandestinità di don Repetto, ma dal suo rifugio non cessò di collaborare con don Carlo Salvi che il Cardinale aveva chiamato a proseguire l’opera di assistenza agli Ebrei.
Mons. Repetto, con il ritorno dei sopravvissuti dai lager nazisti, tornò a fianco del Cardinale rimanendovi per oltre un anno fino alla morte del Pastore nel gennaio 1946.

Mons. Carlo Ivo Salvi
Mons. Carlo Ivo Salvi è un altro sacerdote genovese ‘Giusto tra le nazioni’, onorificenza che ricevette nel 1976.
Una nobile figura che divenne presbitero a ventisette anni dopo aver raggiunto la laurea in ingegneria.
Dopo il forzato allontanamento di don Repetto, cercò di recuperare la documentazione che il suo ‘predecessore’ aveva raccolto di nascosto in un luogo sicuro, ovvero la canna del basso continuo dell’organo di destra della Cattedrale di Genova.
Per continuare nell’opera di assistenza agli Ebrei e ai perseguitati si avvalse della collaborazione di Massimo Teglio che fu determinante. È ‘Giusto tra le nazioni’ con questa motivazione: “Attivo e valoroso collaboratore del Segretario di S. E. l’Arcivescovo di Genova, allorché don Francesco Repetto dovette fuggire per sottrarsi all’arresto per le attività a favore degli Ebrei, ne assunse continuandola, la nobile e rischiosa attività clandestina e la portò a compimento fino al giorno della liberazione: a lui debbono la salvezza centinaia di Ebrei”.

Don Emanuele Levrero
Nel dicembre 2009, infine, diventa ‘Giusto tra le nazioni’ anche don Emanuele Levrero che nella parrocchia di S. Bartolomeo del Fossato portò avanti un’intensa attività di solidarietà a favore degli Ebrei.
Solo dopo molto tempo é stata riconosciuta la sua opera generosa e rischiosa che nacque con la richiesta di accoglienza di una famiglia di ebrei in fuga, ospitata nell’oratorio della parrocchia.
A questa prima famiglia se ne aggiunsero presto altre che trovarono rifugio nella cabina del cinema, nella soffitta dell’oratorio e anche in cantina.
Dalle testimonianze raccolte si parla di oltre 400 persone salvate; a Sampierdarena coloro che sapevano cercavano di aiutare il loro parroco nella non facile opera di nascondere i suoi ospiti senza destare sospetti. Solo quando in età più tarda Don Levrero fu mandato nella parrocchia di Carrosio si cominciò a capire che cosa aveva realizzato al Fossato anche per le visite che riceveva da parte di tante persone che volevano ringraziarlo.
L’onorificenza di ‘Giusto tra le nazioni’ è stata consegnata alla nipote durante una storica e commovente cerimonia nella Sinagoga di Genova il 2 dicembre 2009.
Il volume ‘Giusto tra le nazioni – Pietro Boetto Arcivescovo di Genova’ è ancora disponibile presso la redazione de Il Cittadino e può essere un’occasione di approfondimento e di memoria di un patrimonio straordinario della Chiesa genovese; una rete di solidarietà che vede coinvolti i sacerdoti citati ma anche tanti altri che collaborarono con gli stessi obiettivi.
Una ricchezza della nostra diocesi di cui fare memoria.

LF

Fonte: Arcidiocesi Liguria

Di Staff_ReteGenova

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