Città metropolitana, approvato il primo Piano Strategico

Notizie metropolitane Genova: Città metropolitana, approvato il primo Piano Strategico

Con il parere della Conferenza dei sindaci e il voto definitivo del Consiglio metropolitano. Genova è fra le prime Città metropolitane in Italia ad avere approvato il piano strategico che prevede anche l’articolazione del territorio in nove zone omogenee.Tavolo_c_metropolitana

Punta su strategie innovative per lo sviluppo economico anche in chiave blue&green, a partire dall’innovazione tecnologica dei grandi poli dell’IIT e del Parco Scientifico tecnologico di Erzelli – Great Campus a Genova, dei nuovi poli di Chiavari (Wylab) e Sestri Levante (Ex convento dell’Annunziata e palazzo Cambiaso), dall’efficienza energetica e dallo sviluppo delle fonti rinnovabili per la tutela del clima e dell’ambiente con il Patto dei Sindaci e il progetto E.L.E.N.A.(European Local Energy Assistance), valorizza le eccellenze del territorio metropolitano anche con azioni mirate per promuoverne le produzioni tipiche (come quelle dei progetti “Il Mortaio” e il “Parco del Basilico” con l’alberghiero Bergese e il Cif), il marketing territoriale (con il Portale FuoriGenova), e la rivitalizzazione economica e sociale dell’entroterra (nel progetto nazionale Aree interne).
E’ il primo piano strategico della Città metropolitana di Genova per definire gli obiettivi di sviluppo, integrazione e coesione di tutta l’area metropolitana con la partecipazione attiva dei Comuni, dei cittadini e dei territori. Presentato dal sindaco Marco Doria e dalla vicesindaco Valentina Ghio, delegata al piano (“un lavoro non calato dall’alto, ma nato dalla condivisione e con il ‘core business’ nei grandi servizi a rete, dal ciclo dell’acqua ai rifiuti al trasporto pubblico locale”) è stato approvato con il parere favorevole della Conferenza dei sindaci e il voto definitivo del Consiglio metropolitano. Genova è fra le prime Città metropolitane ad approvare il piano strategico (finora l’avevano fatto solo Milano e Firenze) e l’ente nel costruirlo ha coinvolto attivamente Comuni, enti, mondo del lavoro, della ricerca, della cultura, del sociale e della scuola attraverso gli spazi web del portale istituzionale sul piano strategico con form e questionari online per cittadini, studenti e stakeholders e sette incontri sul territorio per 27 focus group che hanno raccolto progetti e idee dai rappresentanti dei Comuni, istituzioni, associazioni, professionisti ed esperti.Con enti e comunità locali è stata elaborata e concordata l’articolazione del territorio, prevista dalla legge Del Rio e dallo statuto, in nove zone omogenee alle quali la Città metropolitana affiderà ruoli di rappresentanza locale e proposta. Le zone, individuate in base alle caratteristiche dei territori, delle forme di aggregazione comunale avviate e ad altri aspetti di omogeneità sono:
Ponente (Cogoleto, Arenzano, Valli Stura, Orba e Leira), Genova, Valli Polcevera e Scrivia, Val Trebbia e alta val Bisagno, Golfo Paradiso, Tigullio (da Portofino a Zoagli), Entella (Chiavari, Lavagna, Cogorno, Leivi, Carasco), Val Petronio (Sestri Levante, Casarza, Castiglione, Moneglia) Valli del levante (Fontanabuona, Aveto, Graveglia e Sturla). Per l’approvazione definitiva delle zone omogenee dovrà essere stipulata un’intesa con la Regione.

Il piano metropolitano si articola su cinque strategie (coordinare il cambiamento, sviluppare Genova metropoli, ottimizzare i servizi, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la costruzione del senso di appartenenza alla Città Metropolitana) declinate in 26 progetti, sviluppati anche negli aggiornamenti annuali del piano, individuando le risorse necessarie (metropolitane, nazionali, europee, private) per renderli concretamente attuabili.
Per esempio il progetto “Periferie di Genova metropolitana” è finanziato con 40 milioni dalle risorse del bando nazionale emanato nel 2016 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e consente di attuare già nel primo triennio alcune strategie fondamentali del Piano strategico: la coesione territoriale e sociale, l’incremento della resilienza, l’evoluzione delle scuole superiori in veri e propri “civic center”.

I fondi che lo finanziano riguardano strade provinciali, scuole superiori, scuole e servizi comunali per l’inclusione e la riduzione dei rischi idrogeologici in 15 Comuni, dalle periferie genovesi di ponente alle Valli Polcevera, Scrivia e Stura. 29,250 milioni (14,625 per le opere stradali e altrettanti per le scuole superiori) saranno gestiti direttamente dalla Città metropolitana che ne avrà a disposizione altri 11 per gli interventi dei Comuni (compreso il nuovo polo scolastico superiore a Mignanego e nuovi spazi per l’istituto Primo Levi fra Busalla e Ronco).

Il Piano strategico individua anche nel Patto per la Città di Genova, uno strumento importante per gli interventi di sviluppo economico e la coesione sociale e territoriale: 5 milioni sono infatti destinati all’area metropolitana per rinnovare il parco mezzi del trasporto pubblico locale e 11 milioni per interventi sulle strade provinciali, in particolare opere e infrastrutture per ridurre i rischi idrogeologici e migliorare sicurezza e percorribilità della rete viaria, soprattutto del Levante e nelle altre aree non interessate dal bando periferie.

La resilienza del territorio metropolitano è sviluppata anche attraverso la partecipazione al progetto europeo Proterina 3Évolution, nel programma transfrontaliero Italia-Francia Marittimo, finalizzato a creare una comunità più consapevole dei rischi e fornire strumenti utili per la prevenzione.
Il superamento del “digital divide” è al centro del progetto “Agenda digitale metropolitana”, che traguarda la strategia della coesione sociale, e prevede azioni di sistema (banda larga) e puntuali (poli di servizi territoriali).
Trasversale a tutto il Piano è il tema della legalità e trasparenza, con la proposta di un tavolo permanente di lavoro e confronto fra i responsabili anticorruzione di Città metropolitana, Comuni e tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti. Trasparenza e rispetto delle regole sono la base anche per il rafforzamento della Stazione Unica Appaltante, qualificata e soggetto aggregatore della Città metropolitana, che consente economie di gestione, riduzione del contenzioso ed efficacia amministrativa anche a servizio dei Comuni metropolitani.Tutti i sindaci presenti alla Conferenza metropolitana hanno dato parere favorevole al piano strategico, con motivazioni e accenti diversi nel dibattito.
Elvio Varni, sindaco di Fascia si è “compiaciuto per la redazione di un piano che per i suoi temi si inserisce nel discorso nazionale e non solo. Dobbiamo guardare avanti, guarire dalla malattia del localismo, se non ci apriamo ai nuovi modelli di società, a nuovi collegamenti, affrontando i problemi di socialità e servizi, ci aspetta solo la decadenza.” Rosario Amico, sindaco di Serra Riccò, apprezza “i riferimenti a visioni e strategie del collega Varni. Il piano strategico metropolitano può essere un trampolino di lancio per costruire e concretizzare idee della nuova Città metropolitana. Se i governi nazionali manterranno la visione d’insieme che ha contraddistinto ad esempio il bando Periferie le reti di sviluppo territoriale continueranno a trarne vantaggi.”
Mauro Cavelli, sindaco di Cogoleto, plaude a “un piano redatto in modo esemplare” ma sottolinea la distanza “fra il sogno” che contiene e “le difficoltà del lavoro quotidiano” come la gestione delle strade provinciali. Toccano gli stessi temi gli interventi di Sergio Aveto sindaco di Bargagli (“il piano è un bel libro dei sogni, ma ci sono tratti stradali ormai paragonabili al greto di un torrente e anche del dissesto idrogeologico oggi chi si occupa?”) e di Valbrevenna Michele Brassesco (“il piano è redatto bene e speriamo che diventi realtà, ma non bisogna lasciare indietro nulla. I progetti sono assolutamente necessari, ma le difficoltà del quotidiano sono enormi. In Valbrevenna ci sono 70 chilometri di strade comunali e sto perdendo la possibilità di gestirle per mancanza di fondi”). Per Simone Franceschi, sindaco di Vobbia, “se c’è una visione e ci sono progetti si riescono a portare a casa le risorse per realizzarli, per questo serve una visione complessiva. Il primo piano strategico è un risultato importante, non del tutto scontato, ottenuto dalla Città metropolitana di Genova, fra le poche con il bilancio approvato nei termini di legge.”
Marco Doria ha parlato di “una sindrome da riunione dei sindaci in qualche intervento, che fa lamentare di quanto sia difficile fare il sindaco e gestire un Comune. La Città metropolitana per come è stata concepita non può risolvere i problemi dei Comuni, ma con il piano strategico non ha scritto affatto un libro dei sogni, ma un insieme di progetti intesi come azioni che si fanno. L’ente ha poche disponibilità finanziarie proprie, perché i meccanismi ordinari a cui attingeva sono stati resi debolissimi dai tagli nazionali, ma cerca di far fronte ricercando altre risorse. La visione è una considerazione obbligata, ma non è alternativa alla rivendicazione dei fondi necessari per le strade e le manutenzioni del territorio.” Per Valentina Ghio “il piano è estremamente realistico, contiene solo progetti con risorse certe, proprio perché siamo consapevoli delle difficoltà generali. Gli aspetti più rilevanti dell’attuazione del quotidiano sono ampiamente trattati, compresa la viabilità e le strategie per la sua manutenzione.”

Fonte: Notizie Metropolitane Genova

Di Staff_ReteGenova

Vedi anche

Maggio con gli occhi di Jan Wildens

Maggio con gli occhi di Jan Wildens Così sboccia odoroso maggio, così lo dipinse il …