II – Verso Oriente

Palazzo Ducale: II – Verso Oriente

sabato 20 gennaio 2024, ore 9

Chair Enrico Basso

Pera, lo sviluppo della colonia genovese nel Basso Medioevo
Hasan Sercan Sağlam

Galata, già Sykai come la tredicesima regione di Costantinopoli, è famosa per il suo periodo genovese, che fu la ricca colonia commerciale di Pera tra il 1267 e il 1453. La colonia prosperò anche dal punto di vista architettonico, ma i genovesi non fondarono un insediamento ex novo: possedevano infatti un quartiere bizantino urbanizzato. Con una metodologia interdisciplinare basata su fonti archivistiche, testimonianze archeologiche e morfologia urbana, viene svelato il palinsesto urbano di Pera, dove l’antica rete viaria incideva sostanzialmente sui confini iniziali della colonia, e le connessioni spaziali tra i santuari di periodi storici diversi sono ancora più forti. Successivamente il paesaggio subì una significativa trasformazione dovuta ad espansioni territoriali e ad opere difensive articolate in più fasi. Infine, l’identità urbana cosmopolita di Pera può essere rintracciata anche attraverso le lapidi, che si trovano ancora a Istanbul, anche se da tempo trascurate.

Hasan Sercan Sağlam è nato in Turchia e ha conseguito la laurea presso l’Università Tecnica di Istanbul; laurea magistrale presso l’Università di Sheffield; e dottorato di ricerca presso il Politecnico di Milano; ed è attualmente professore associato di architettura. È stato membro delle indagini e degli scavi archeologici di Adramytteion, Ainos, Nysa e Anaia nei territori dell’Egeo. È stato ricercatore post-dottorato presso l’Università Kadir Has, Centro Studi di Istanbul; poi presso l’Università Koç, Centro di Ricerca sulle Civiltà Anatoliche (ANAMED); mentre lavorava come docente part-time presso l’Università Medipol. Ha poi lavorato come ricercatore post-dottorato presso il CNRS – CESCM di Poitiers, per il progetto ERC GRAPH-EAST. Attualmente lavora come ricercatore presso l’Università Koç, Centro di Studi Bizantini (GABAM), sulle Mura di Galata. I suoi interessi di ricerca riguardano la storia urbana, il patrimonio architettonico e l’archeologia medievale.


I genovesi a Costantinopoli e le loro relazioni con la Corte imperiale
Thierry Ganchou

A partire dalla metà del XIV secolo, l’aristocrazia bizantina fu costretta a un cambiamento radicale per garantire la propria sopravvivenza economica. Fino a quel momento, infatti, aveva tratto il proprio reddito dalle proprietà terriere ma la graduale perdita di queste proprietà a causa dell’implacabile conquista ottomana, che privò l’Impero bizantino delle sue province una dopo l’altra, la costrinse a dare la priorità al reddito proveniente dal commercio marittimo. Per due secoli, i Veneziani e i Genovesi avevano controllato questo commercio marittimo, questi ultimi in particolare grazie alla loro rete coloniale, dall’isola di Chio a Caffa nel Mar Nero e, di fronte alla stessa Costantinopoli, nella loro colonia di Pera/Galata. Da quel momento in poi, i tempi non erano più maturi per continuare l’antico confronto tra bizantini e genovesi, ma per una collaborazione commerciale tra le due parti. Le due più importanti famiglie d’affari bizantine dell’epoca erano i Goudélès e i Notaras, il cui successo economico garantì anche la loro ascesa politica all’interno del governo bizantino, confiscando loro la carica di primo ministro. Ciò che prima non si sapeva è che la collaborazione di queste due famiglie con la comunità imprenditoriale genovese coloniale era rafforzata da relazioni matrimoniali. La scoperta del testamento inedito di Georgios Goudélès, conservato nell’ archivio della Misericordia di Genova, ha permesso di stabilire che questo uomo d’affari bizantino era il nonno del famoso Francesco Draperio di Pera, il più importante uomo d’affari di questa colonia genovese alla vigilia della caduta di Costantinopoli (1453). E ora un documento recentemente scoperto nell’Archivio di Stato di Palermo dimostra che Loukas Notaras, l’ultimo primo ministro dell’imperatore bizantino, sposò la figlia di un enigmatico personaggio stabilito a Caffa, discendente di un ramo della famiglia imperiale bizantina che sembra aver vissuto per diverse generazioni in questa colonia genovese sul Mar Nero: un certo Cogia Isse de Camalia.

Thierry Ganchou è ricercatore nell’équipe “Mondo bizantino” del CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique), UMR 8167 “Orient et Méditerranée”. Ha pubblicato numerosi contributi sulla storia del tardo Impero bizantino (XIV-XV secolo), e in particolare sulle sue relazioni politiche, diplomatiche, economiche e culturali con l’Italia del Quattrocento. Ha dedicato particolare attenzione allo studio degli stretti legami instaurati in questo periodo tra l’aristocrazia bizantina e i circoli dirigenti delle Repubbliche di Genova e Venezia, utilizzando i ricchi archivi conservati in queste due città. Questa documentazione inedita fa luce sulle strategie messe in atto dalla classe dirigente bizantina, la cui stessa sopravvivenza era sempre più minacciata dalla conquista ottomana, in particolare effettuando depositi bancari sia a Genova presso il Banco di San Giorgio sia a Venezia presso la Camera degli Imprestiti. Dopo la caduta di Costantinopoli (1453), questi archivi permettono anche di tracciare il destino dei rifugiati bizantini in Italia.


Genovesi in un mondo che cambia: la Romània
Daniele Tinterri

In conseguenza della quarta crociata, la Romània, ovvero l’area di lingua greca appartenente all’Impero Bizantino, è una regione in profondo e vorticoso cambiamento, su cui nel giro di pochi secoli si affacciano italiani, franchi, catalani e turchi. Ciascun popolo reca la propria cultura politica e dà luogo a formazioni sociali e culturali differenti. Su questo scacchiere Genova è presente fin dalla convenzione con l’imperatore Manuele Comneno del 1155, ma sarà il trattato del Ninfeo del 1261 a darle un ruolo di primo piano. In questo contesto di instabile e frammentata sperimentazione politica, anche gli insediamenti genovesi sono caratterizzati da una notevole variabilità: dalle esperienze della famiglia Zaccaria e dei corsari nel XIII secolo, fino alla Maona di Chio e ai Gattilusio insediati a Lesbo nel XIV secolo. Diversi protagonisti costruiscono così altrettanti snodi di merci e comunicazioni per la rete commerciale genovese nel Levante.

Daniele Tinterri dopo la laurea in archeologia conseguita presso l’Università di Siena e l’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha svolto un dottorato in storia medievale in cotutela tra l’Università di Torino e l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi. È funzionario presso l’Archivio di Stato di Genova dal febbraio 2018 e attualmente svolge un periodo di ricerca presso l’Università di Padova all’interno del progetto ERC Migrating Commercial Law and Language, incentrato sullo studio del diritto commerciale di età medievale e moderna in area italiana e tedesca. I suoi principali interessi di indagine riguardano gli insediamenti veneziani e genovesi tra Mediterraneo e Atlantico, nonché la storia dell’area greca ed egea dopo la quarta crociata del 1204.


“In partibus Catagii”: i genovesi lungo la Via della Seta
Giustina Olgiati

Quella dei mercanti genovesi che scelgono di percorrere uno qualunque degli itinerari che conducono fino all’India e alla Cina (da Laiazzo in Armenia Cilicia; da Trebisonda nel mar Nero; da Tana nel mar d’Azov) è una storia di uomini, resa frammentaria dalla mancanza di racconti di prima mano, dalla tradizionale “politica del segreto”, dalle troppe perdite di documenti. Sono gli uomini più audaci, che si muovono senza la protezione dei trattati internazionali stipulati, soprattutto in un’ottica commerciale, dal proprio governo, viaggiando in territori dove i rischi, amplificati dalle distanze, dai terreni impervi, dai rovesci del clima o dei potentati locali, sono realmente altissimi. Nonostante la riservatezza che i genovesi si impongono per tutelare percorsi e contatti, le loro storie emergono dalle fonti letterarie, dalle cronache e dalle continue scoperte sulla documentazione notarile conservata dall’Archivio di Stato di Genova.

Giustina Olgiati ha compiuto gli studi universitari a Genova (Laurea in Storia 1984, in Lettere Moderne 1988, in Giurisprudenza 2005) e conseguito a Milano il Dottorato di Ricerca in Storia medievale (1992). Dal 2007 lavora come funzionario archivista presso l’Archivio di Stato di Genova, dove ricopre l’incarico di responsabile delle attività di valorizzazione del patrimonio culturale. Autrice di studi sulla caduta di Costantinopoli, le colonie d’Oriente e la storia di Genova nel XV secolo, ha realizzato in Archivio diverse mostre documentarie, curandone i cataloghi: “Ianuenses / Genovesi. Uomini diversi, nel mondo spersi” (2010), “Genova, porta del mondo” (2011), “Mercanti” (2013), “Tutti i Genovesi del mondo. La grande espansione commerciale (secoli XIXVI” (2015), “Genova. Tesori d’Archivio” (2016), “Il genovese. Storia di una lingua” (con Fiorenzo Toso, 2017), “Schiavi a Genova e in Liguria” (con Andrea Zappia, 2018), “Dante e la Liguria” (con Gianluca Ameri e Marco Berisso, 2021), “Rapporti di famiglia a Genova” (con Daniele Tinterri, 2023).


L’Impero di Genova, convegno internazionale di studi nell’ambito di IANUA. Genova nel Medioevo
In collaborazione con Limes, rivista italiana di geopolitica
scopri qui il programma completo

Palazzo Ducale

Di Staff_ReteGenova

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