Moconesi (GE) – FEF – Premio Ipazia – Santa Caterina d’Alessandria

Sabato 26 gennaio ore 17

Moconesi (GE) – Sala Consiliare del Comune

Via Macaggi, 11


Festival dell’Eccellenza al Femminile presenta

IN NOME DI SANTA CATERINA 

Incontro letterario

Saluto al pubblico del Sindaco Gabriele Trossarello

Intervengono: Consuelo Barilari, Silvana Zanovello e Patrizia Monaco


Il Festival dell’Eccellenza al Femminile continua la promozione del Premio Ipazia alla Nuova Drammaturgia con gli incontri letterari dedicati a Santa Caterina d’Alessandria, martire e patrona degli studenti, dei filosofi, dei sapienti, così come dei libri e dei luoghi che li custodiscono cioè le biblioteche. La sua figura viene accostata spesso dai bizantinisti a quella della matematica e filosofa pagana  a cui il premio ligure è dedicato,uccisa proprio ad Alessandria d’Egitto nel 415 d.c. dai parabolani seguaci di Cirillo. Celebre il dipinto – in realtà un autoritratto – a lei dedicato da Artemisia Gentileschi, altro importante simbolo della creatività e dell’indipendenza femminile.

Caterina è consacrata Santa e Martire dalla Chiesa e il giorno dell’anno a lei dedicato è proprio il 25 novembre, riconosciuto nel mondo come Giorno contro la Violenza sulle DonneDiciottenne, figlia di nobili, tentò di dissuadere l’imperatore Massimino dal culto pagano e fu condannata a un supplizio orribile dopo aver fatto convertire con la sua sapienza e fermezza numerosi intellettuali di corte. Secondo la tradizione furono gli angeli a portare il suo corpo sul Monte Sinai. Fu martirizzata nel 305 ad Alessandria d’Egitto, centro di antiche culture e capitale della tradizione sapienziale cristiana. I testi, tardivi, con il racconto della vita e del martirio sono una Passio greca del VI-VII secolo scritta probabilmente con scopi edificanti da un chierico di Alessandria o da un monaco del Sinai, e una Conversio forse del secolo VIII. Il suo martirio si colloca all’epoca di Massenzio, o Massimino, che perseguitarono duramente i cristiani. In occasione di una grande celebrazione sacrificale agli dei voluta dall’imperatore, Caterina, rifiutandosi di aderire, avrebbe così apostrofato il sovrano: “Perché vuoi perdere questa folla con il culto degli dei? Impara a conoscere Dio, creatore del mondo e suo Figlio Gesù Cristo che con la croce ha liberato l’umanità dall’inferno”. L’imperatore, colpito da tanta fermezza e determinazione, la convocò per farla convincere dai ragionamenti dei suoi retori e filosofi, che però furono confutati dalla sapienza della giovane cristiana; i sapienti si convertirono e per questo furono arsi vivi. Il sovrano tentò di sedurla con l’offerta di matrimoni illustri e di ricchezze, ma ricevette solo rifiuti; la fece perciò imprigionare; in carcere era nutrita da una colomba e Cristo stesso l’avrebbe visitata.

Fu visitata anche dall’imperatrice e dal capo della corte che, colpiti dalle parole di Caterina, si convertirono con 200 soldati. L’imperatore la fece quindi sottoporre al supplizio delle ruote puntute: ma l’intervento di un angelo la salvò, mentre le ruote spezzatesi colpirono molti soldati. L’imperatrice stessa, dichiaratasi cristiana, venne sottoposta a tortura e decapitata. Anche per Caterina fu decretata la morte per decapitazione: mentre il suo capo veniva reciso, dal collo sgorgò latte e subito gli angeli trasportarono il suo corpo sul Monte Sinai, dove venne inumata.

Dalla Conversio abbiamo altre notizie circa le origini regali e il “matrimonio mistico” di Caterina con Gesù Bambino, presentatole dalle braccia stesse della Vergine, di cui la santa ebbe visione nella prima notte dopo il battesimo: fatto e circostanze che richiamano, attraverso le categorie simboliche di specifici generi letterari, messaggi di autentici valori cristiani. Questo episodio, per la sua suggestione, fu molte volte illustrato nell’iconografia della santa. Sono evidenti in questi testi molti luoghi comuni propri dell’agiografia, tuttavia la figura di Caterina è percepibile oltre la veste letteraria e ci riporta un’immagine di donna che si correla con un personaggio esistito, di cui si sono persi i dati storici reali dentro il racconto leggendario.


La sua storia, unita alle caratteristiche personali e cultuali della santa, fu molto presente nella cultura popolare, rendendola protagonista di narrazioni, di sacre rappresentazioni, di canti popolari, che ne diffusero la conoscenza e la fama. La sua festa assunse in molte regioni d’Europa caratteristica di celebrazione per la gioventù, con riti e manifestazioni proprie; Caterina fu anche patrona delle ragazze nubili, dei naviganti e di alcune categorie di artigiani, come i costruttori di ruote e le sartine, che in alcuni luoghi del Nord Italia sono dette “caterinette”. I suggestivi spunti contenuti nei testi agiografici furono recepiti e variamente illustrati da una vastissima iconografia dedicata alla giovane d’Alessandria, sempre caratterizzata da attributi iconografici: la corona, il libro della donna sapiente, la ruota e la palma del martirio.


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ufficio stampa

Marzia Spanu

Di Staff_ReteGenova

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