NELL’ARMONIA DEL PARCHI DI NERVI LE RARITA’ BOTANICHE E GLI ESEMPLARI D’ECCEZIONE ESPOSTI PER EUROFLORA 2018

Euroflora 2018: NELL’ARMONIA DEL PARCHI DI NERVI LE RARITA’ BOTANICHE E GLI ESEMPLARI D’ECCEZIONE ESPOSTI PER EUROFLORA 2018

Le cicadacee che esistevano ben prima dei dinosauri
Macrozamia moorei, Cycas circinalis e Dioon edule
L’Abies Nebrodensis tra le rarità siciliane

LE NUOVE TENDENZE: LARGO ALLE ERBACEE PERENNI E AL LAPILLO

 

Euroflora 2018 è una scoperta tra le meraviglie della natura. Insinuate tra gli alberi monumentali – come la Araucaria bidwillii australiana, di 28 metri di altezza e 6 metri di circonferenza, e la Jubaea chilensis di soli 15 metri di altezza ma di ben 5 metri di circonferenza- gli esemplari di grandi dimensioni di phytolacca, di pini marittimi, di lecci e di carrubi “prostrati”, che hanno assunto cioè un portamento inusuale, di false canfore, di falso pepe e l’eccezionale Lagunaria patersonii, un arbusto australiano appartenente alla famiglia delle malvacee – il visitatore può scoprire autentiche rarità.

Nello spazio dei Giardini di Maggi (D33), tra i vialetti delimitati da muretti a secco vista mare, spiccano sette splendidi ulivi secolari potati secondo tradizione, altri cinque con una topiatura ispirata all’arte del bonsai. Poco più in là svettano due viti antiche di considerevole altezza con tronchi avvitati e una monumentale Cycas alta oltre cinque metri, di duecento anni di età.

Dalle collezioni storiche del Comune di Genova (D19) arrivano le lussureggianti felci arboree – Cyathea
cooperii, Cibotium schiedei e Cibotium regale – che si differenziano la prima per l’altezza, la circonferenza del fusto e la provenienza australiana, le altre due, di origine messicana, per le fronde maestose. Altre felci da non “mancare” sono il Platycerium bifurcatum, la Nephrolepis exaltata e il Niphidium che completano l’ambiente tropicale ricreato tra gli alberi di falsa canfora presenti nell’area.
A corredo alcuni esemplari di Philodendron e le Clusia rosea, simili ai ficus, ma con foglie molto più grandi e più rade. Tra i pezzi forti alcune palme tropicali – Hovea fosteriana, Dypsis decaryi e l’Arenga engleri – e le rare
cicadacee, dalla crescita lentissima e spesso confuse con le palme nonostante uno spazio temporale evolutivo tra i due gruppi lungo milioni di anni, come la Macrozamia moorei, la Cycas circinalis, il Dioon edule. Per essere più espliciti le cicadacee esistevano ben prima dei dinosauri. Sono talmente preziose – il valore aumenta in maniera esponenziale rispetto alle loro dimensioni – che negli anni passati alcuni esemplari sono stati oggetto di furti su commissione ai danni del Comune di Genova e dell’Orto botanico dell’Università. E ancora, tra le rarità in fatto di palme, la Veitchia merrilli, i Chrysalidocarpus lutescens e le Rhapis Excelsa-Rhapis humilis. A impreziosire l’area del Comune un acero dell’Himalaya, Acer oblongum, che si ritiene sia il più vecchio d’Italia con una età presunta di centocinquanta anni.

Tra le star di Euroflora 2018 la Wisteria brakybotrys esposta nell’area di Giorgio Tesi Group (D21), una
selezione di glicine ottenuta con innesti, che presenta una fioritura scura che all’apertura si schiarisce fino ad assumere un colore rosa chiaro molto intenso. La forma del grappolo è del tutto particolare, estremamente rigogliosa e dalle volute sinuose. E’ stata “allevata” a spalliera e viene presentata su una struttura di canne a un’altezza di circa due metri per esaltarne la percezione visiva in perfetta armonia con il disegno classico della fontana.

Nelle onde che man mano si avvicinano al relitto dell’auto assediata dai fiori nello stand del Piemonte (D41) si trovano dei bellissimi Rhododendron yakushimanum “Percy Wiseman”. Al centro della spirale, prima di abbracciare l’albero di carrubo o Ceratonia Siliqua, si trovano delle notevoli piante di Azalea japonica “Rosa Silvester” e la foglia di Ginkgo Biloba come una grande mano che si allunga nel tentativo di liberare la terra dalle macerie che la soffocano , fatta interamente con mosaicoltura di Begonie semperflorens.

Nello spazio curato da Viveros Joaquin Giner (D23) è presentata una palma Washingtonia filifera a quattro “stipiti”, cioè con quattro grandi tronchi. Ogni stipite è trattato alla moda valenciana, ovvero è inciso in superficie per farne risaltare il colore vivo e diventare una vera e propria scultura vivente. La sua presenza è in controtendenza rispetto al sospetto dominante che avvolge in questo momento l’intero settore delle palme a causa degli attacchi del punteruolo rosso, problema che sarà affrontato il 3 maggio nel corso di un incontro al quale parteciperà uno dei massimi esperti italiani, Claudio Littardi del Centro ricerche sulle palme di Sanremo.

Da non perdere i due grandi esemplari di Camelia japonica dei Vivai Porcellato (D17); la particolarità è nelle sei tonalità diverse di colore nelle fioriture. Un colpo d’occhio da non lasciarsi scappare il boschetto di Acer palmatum “Fire Glow”, dall’intenso color ruggine che arricchisce l’esposizione dei Vivai Castagno (D35). Dal blu del mare di Nervi, in un inusitato contrasto, alla flora alpina della Valle d’Aosta (D24): pulsatilla, garofano nano e tulipano selvatico spiccano tra le rocce. Tra le novità ricordiamo poi l’elleboro “Francesco” (nelle composizioni realizzate con i fiori di Liguria esposte all’interno della Gam) e la margherita “Itala” (nell’area all’ingresso della manifestazione), le due novità varietali “made in Liguria” (La prima dedicata a papa Bergoglio e la seconda a Italo Calvino). Tra le curiosità anche le Phalenopsis profumate di Taiwan di Joseph Wu (D44).

Tra le rarità siciliana spicca l’Abies Nebrodensis, esposto insieme ad altre specie endemiche dell’isola nello spazio degli Orti botanici italiani (D31), di per sé ricchissimo di “chicche” da intenditori. L’albero, originario del messinese e appartenente al gruppo delle conifere, era stato ritenuto estinto fino a poco più di cinquanta anni fa. Oggi, grazie a un progetto europeo, è stato diffuso presso i più importanti Orti botanici. L’esemplare esposto è di piccole dimensioni ma difficilmente è mostrato al grande pubblico.

Da sempre Euroflora anticipa le tendenze e fornisce spunti interessanti per la progettazione dei giardini pubblici e privati. Un esempio eclatante riguarda alcune graminacee – che in Italia scontano ancora il pregiudizio di essere indistintamente piante allergenizzanti, mentre nel resto d’Europa sono di uso comune – e altri tipi di erbacee perenni, simili alle graminacee così come le Carex e altre specie.

Negli spazi del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, dell’Associazione Nazionale Vivaisti
Esportatori e del Comune di Cogoleto se ne possono ammirare in quantità. In particolare nel giardino di Cogoleto sono presenti Elegia tectorum, Elegia equisetacea, Thamnocortus fraternus, Carex flacca,
Carex buchananii, Libertia peregrinans, Rhodocoma gigantea, tutte piante resistenti che necessitano di
poca manutenzione e presentano fioriture particolari, molto molto naturali.

Ha suscitato inizialmente scetticismo ma è diventato protagonista assoluto tra gli espositori di Euroflora il lapillo vulcanico utilizzato come materiale di contenimento e di riempimento per le aiole e peri vasi. Proveniente dalle cave del lago di Bolsena, di color mogano, è una pietra effusiva che si distingue per l’ottima capacità di assorbimento idrico e di trattenimento delle sostanze nutritive che non dovrà essere asportata a fine manifestazione e che migliorerà la fertilità del terreno.

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Euroflora 2018

Di Staff_ReteGenova

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