Sinodalità come via al Vangelo: tre giorni di riflessione dei Vicari territoriali

Arcidiocesi: Sinodalità come via al Vangelo: tre giorni di riflessione dei Vicari territoriali

Si è svolta a Bocca di Magra (SP) la tre giorni voluta dall’Arcivescovo di confronto e dialogo con i ventisette Vicari territoriali della diocesi. Con loro erano presenti all’incontro il Vescovo Ausiliare, Mons. Nicolò Anselmi, il Vicario Generale Mons. Marco Doldi, i Vicari episcopali e il Rettore del Seminario Arcivescovile Don Francesco Doragrossa.

Sono state giornate intense che hanno favorito l’incontro tra i sacerdoti e il confronto su tre temi in particolare: la funzione dei Vicariati e il ruolo dei Vicari, la preparazione al Sinodo che si aprirà il 9 e 10 ottobre a Roma e il 17 ottobre nelle diocesi, la vita parrocchiale tra potenzialità esistenti e difficolta da affrontare con spirito missionario.

Il primo giorno Mons. Tasca ha offerto una riflessione sull’episodio biblico dell’incontro tra l’Apostolo Pietro e la famiglia del Centurione Cornelio (At. 10,1- 48). È un’icona biblica, ha spiegato l’Arcivescovo, dove appare chiaro che il protagonista dell’evangelizzazione e della missione è Dio che chiama a conversione sia Pietro, sia Cornelio. L’Apostolo è riluttante, dapprima rifiuta la novità, ma poi obbedisce al Signore e va; il Centurione è curioso, organizza un incontro quasi accademico e si pone in ascolto. Ma è nell’incontro tra le persone che si lasciano guidare da Dio che avviene il dono dello Spirito Santo e con esso la conversione di entrambi. Mons. Tasca ha concluso guardando al prossimo Sinodo e ha detto che “sarà una sfida: il Papa vuole coinvolgere tutti”, anche coloro che hanno fede, credo o valori diversi dalla dottrina Cattolica. Don Gianni Grondona, Vicario episcopale per la comunione ecclesiale e la sinodalità ha aperto i lavori spiegando che il Sinodo inviterà tutti a riflettere su due domande fondamentali: Chi siamo come credenti? A cosa siamo chiamati? Don Gianni ha fatto alcune considerazioni e ha detto che “come Chiesa di Gesù siamo chiamati a vivere in comunione con lui e tra di noi” perché innanzi tutto la Chiesa è sacramento di Gesù ed esiste perché ogni uomo e donna possano conoscere lui.

Per questo il Sinodo non sarà “scoprire un tema da approfondire”, ma piuttosto riscoprire uno stile di vita, simile a quello di Gesù con i suoi dodici “pescatori di Galilea” la cui forza missionaria nasceva dallo stare insieme e con il Signore. Dopo cena su una terrazza panoramica, i sacerdoti e i vescovi hanno analizzato alcune questioni sulla vita dei sacerdoti nei vicariati e su alcune urgenze pratiche e organizzative.

Anche la catechesi dei fanciulli è stato un tema che ha appassionato i presenti ed è stato proposto un cammino di tipo neocatecumentale, già attivo in alcune comunità e che si vorrebbe che avesse una maggiore diffusione in diocesi. Il secondo giorno è stato dedicato alla sperimentazione di due forme di dialogo guidato, per favorire l’ascolto reciproco nelle comunità in uno stile sinodale. Hanno guidato la giornata sei volontari laici del gruppo “I Ragazzi di Don Ga’”, sociologi e psicologi, esperti di comunicazione e dialogo, oggi formatori universitari Al mattino, divisi in tre gruppi, utilizzando il metodo chiamato “Focus Group” sono stati affrontati argomenti tratti dall’Enciclica di Francesco Evangeii Gaudium per analizzare azioni possibili per una missione sul territorio e le risorse esistenti per raggiungere i risultati sperati. Nel pomeriggio, usando il metodo denominato “SWOT”, gli stessi gruppi hanno analizzato la parrocchia portando alla luce i punti di forza, i punti di debolezza, le opportunità e le minacce, per poi individuare le azioni per ridurre i punti di debolezza e trasformare le minacce in opportunità.

Nel tardo pomeriggio i tre gruppi, hanno messo in comune i lavori della giornata. I commenti su questa esperienza sono stati positivi: molti hanno messo in comune idee ed esperienze, sia di successi, sia di sconfitte. Ma punto forza dei metodi sperimentati è stato il contributo di tutti per la realizzazione di un progetto amato e comune.

La S. Messa del 31 agosto è stata presieduta da Mons. Luigi Palletti, vescovo della locale diocesi di La Spezia. Nell’omelia oltre al commento alla Parola di Dio, che invitava all’ascolto degli insegnamenti di Gesù per vincere le resistenze all’azione salvifica e così diventare missionari del Vangelo, Mons. Palletti ha espresso la gioia di incontrare alcuni membri del presbiterio di Genova del quale è stato membro. Ai confratelli nel sacerdozio ha detto di continuare a lavorare insieme e a ricercare nella sinodalità la forma più efficace di vivere la chiamata ad essere pastori che vivono in comunione tra loro e con le comunità loro affidate.

Al Mattino di mercoledì 1 settembre i convenuti hanno studiato insieme il calendario diocesano 2021-22, si sono confrontati su temi di natura pastorale e sui criteri da adottare per poter vivere appieno la loro missione nel rispetto della vita personale e nella necessaria collaborazione tra i sacerdoti dello stesso vicariato. In particolare è stato fortemente sottolineato l’invito a momenti di vita comune conviviali, di dialogo e preghiera che siano almeno mensili e, se possibile, settimanali. La S. Messa presieduta dall’Arcivescovo ha concluso i lavori. Mons. Tasca nell’omelia ha commentato il miracolo della guarigione della suocera di Pietro, il primo riportato nel vangelo secondo Luca: guarita da Gesù per tornare a servire.

L’Arcivescovo ha esortato i sacerdoti a riconoscere e chiamare con coraggio per nome le “febbri” che bloccano l’entusiasmo della fede e impediscono ai pastori di servire il Popolo di Dio. Mons. Tasca, commentando San Paolo, ha invitato tutti a chiedere la grazia di saper, come l’Apostolo, ringraziare il Signore per le comunità che ha dato ad ognuno di servire. I tre giorni al Monastero Santa Croce sono stati descritti da tutti come una buona esperienza da ripetere, una Grazia che porterà certamente buoni frutti; il primo si è già realizzato nella bellezza di una comunione feconda nel dialogo e nella fraternità.

Fonte: Arcidiocesi Liguria

Di Staff_ReteGenova

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