Stagione Teatro 16.17: JOHN E JOE

Teatro Altrove: Stagione Teatro 16.17: JOHN E JOE

ALTROVE STAGIONE TEATRALE 16.17
Sabato 17 – Domenica 18 GIUGNO 2017, ore 21
Lo Spettacolo si svolgerà all’aperto in Piazza Cernaia

JOHN E JOE 

di Agota Kristof
con Nicola Pannelli e Sergio Romano
regia di Valerio Binasco
prod.
Narramondo / Popular Shakespeare Kompany / Teatro Due Parma

La messa in scena del testo teatrale di una delle scrittrici moderne più affascinanti del novecento, la ungherese Agota Kristof con il testo è John e Joe; una pièce teatrale assolutamente irriverente, dove viene affrontato il tema del denaro e del doppio. La regia e il progetto è a cura di Valerio Binasco. Insieme a lui ci sono gli attori Nicola Pannelli e Sergio Romano. Questa squadra teatrale lavora insieme in teatro (e non solo) da più di venti anni. Sono attori premiati e stimati da critiche e pubblico.

”Clown e fool sono personaggi speciali, che prendono su di sè tutto il ridicolo degli uomini senza giudicarlo, quasi senza accorgersene. La gente che li osserva si riconcilia con il ridicolo, e impara a scoprirne la bellezza.”(V.B.)

 PROGETTO ARTISTICO

“John e Joe” di Agota Kristof è un testo molto poetico e struggente. Anche se è difficile non definirlo, allo stesso modo, un testo comico. Molto comico. E’ una specie di duetto lirico e clownesco (lirismo attribuibile solo all’anima dei personaggi e non alla scrittura) ed è, pur nel pieno realismo delle varie situazioni, da considerarsi quasi un testo metaforico sul denaro, la povertà, l’amicizia e la solitudine, e sul fatto che essere primi o ultimi nella società, sembra che sia solo un problema di predestinazione.
I personaggi di questa commedia sono anime. Le anime degli ultimi, per l’appunto. C’è tanta bellezza e dolcezza in loro ed è per questo che il mio progetto teatrale, è più che mai orientato alla semplicità della messa in scena. Quando una scrittura è davvero grande (e Agota Kristof è di certo una grande della scrittura) l’unico lavoro importante che bisogna fare è creare “l’incanto” insieme agli attori. Mi pare una splendida opera teatrale questa che cerca di coniugare la metafora della “vita negli affari”, con i clochard-clown della tradizione, e con l’incanto delle anime semplici. Questa sintesi di poesia e d’intelligenza è spesso alla base del grande teatro contemporaneo, ed è una fantastica occasione per ridare un senso profondo al lavoro degli attori e alla gioia che tale senso profondo può regalare al pubblico.” (Note di regia di Valerio Binasco)

NOTA ILLUSTRATIVA DEL PROGETTO ARTISTICO

Il progetto artistico riguarda principalmente tre aspetti:

1) quello legato allo studio e alla divulgazione del teatro di un’autrice molto nota per i suoi romanzi 2) il tema – molto particolare – del dramma: i rapporti economici tra le persone 3) lo stile della messa in scena

Primo punto: Il teatro che la Kristof scrive, in questo John and Joe, è di altissimo livello, e cerca una soluzione poetica molto difficile, nel mettere insieme temi e qualità apparentemente opposte: la delicatezza poetica dei ritratti dei personaggi, la favoletta metaforica usata per ‘parlar giocando’ di un tema attu- ale e serioso come l’Economia, e il mondo ‘teatrale’ dei clochard beckettiani: un po’ clown e un po’ fool. La Kristof, con abilità straordinaria, ci riesce.

Secondo punto:
John and Joe è una favola dai toni comici e assurdi, seppure molto realistica, che in apparenza parla di come due strambi clochard passano le giornate, ma in realtà ci racconta come funziona, nella nostra complessa quotidianità, l’economia ‘mondiale’. È un esperimento di rara intelligenza, che tiene sempre al centro dell’attenzione la ‘vita’ dei per- sonaggi, la loro giocosa ‘teatralità’, e la loro ‘funzione metaforica’.

Terzo punto: Ho lavorato a questo testo come se fosse una visione poetica e politica insieme, come se l’ispirazione di ‘Godot’ fosse sempre ben presente; e nel contempo ho approfondito quel fantastico gioco di ‘clown stralunati’ che la storia richiede, e che risulterebbe affascinante comunque, anche se parlasse d’altro, perché l’inerme innocenza dei due protagonisti ha anche un tono lirico commovente.

Ecco perché per me sono molto importanti questi due attori, Sergio Romano e Nicola Pannelli, ed è fondamentale che siano proprio loro gli interpreti dei due personaggi ‘magici’ che ha creato la Kristof. Con questi attori è in corso da tempo uno studio di approfondimento sulla recitazione del ‘clown lunare’, di vaga parentela con Stan Laurel e Keaton. Questo lavoro ci permette di trarre le fila di un percorso iniziato con dei fool shakespeariani, e poi con- tinuato nelle maschere di Goldoni. È un materiale di recitazione (ispirato ‘modernamente’ alla tradizione) molto ricco, che a mio avviso dà un contributo importante alla comicità onirica del testo della Kristof. In conclusione vorrei ribadire che questo gioiellino della letteratura teatrale contemporanea, è anche un gioco poetico sulla crudeltà insensate dell’economia. È un gioco sul denaro, sul capitale, sulla ricchezza e sulla rovina. Che siano due nullatenenti, dei sans papier, dei buffi da varietà a illustrarci la favola del denaro, è un’intuizione poetica molto felice“.

Fonte: Teatro Altrove

Di Staff_ReteGenova

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