Stagione Teatro 17.18: COME PESCI IN UN ACQUARIO

Teatro Altrove: Stagione Teatro 17.18: COME PESCI IN UN ACQUARIO

ALTROVE STAGIONE TEATRALE 17.18
Venerdì 12 – Sabato 13 GENNAIO 2018 – ORE 21

COME PESCI IN UN ACQUARIO

Spettacolo teatrale liberamente ispirato al libro “Piccole indagini sotto il pelo dell’acqua”
Adattamento e regia Elena Dragonetti
Con Carlo Orlando e Barbara Moselli
E con 10 ragazzi delle Scuole Superiori
In Coproduzione con Teatro Archivolto

Eʼ la storia di un gruppo di ragazzi sorpresi nellʼatto della maturazione giovanile, impacciata ed intensa al tempo stesso, stralunata e drammatica.
Basato su diversi romanzi di formazione, tra cui “Piccole indagini sotto il pelo dellʼacqua” (premio Curtis Brown) di Joe Dunthorne, “Speak. Le parole non dette” di Laurie Halse Anderson.

“COME PESCI IN UN ACQUARIO” è una commedia visionaria e poetica che non rinuncia però ad affondare lʼinvestigazione nelle profondità dellʼuniverso adolescenziale. Cinismo e dolcezza, ironia e dramma, si intrecciano nel racconto dei meandri giovanili attraverso le voci narranti che sembrano spiare se stessi e gli altri da dietro il vetro di un acquario. Uno dei protagonisti è un sedicenne un po’ eccentrico, paurosamente intelligente e dalla grande immaginazione, che ha creato un suo mondo ideale nel quale rifugiarsi nei momenti di autocommiserazione. Sempre un poʼ in bilico tra il suo reale sentire e la necessità di seguire il gruppo per non esserne escluso, è spesso fuori luogo e incapace di dire la cosa giusta quando ce ne sarebbe bisogno.
Dotato di una cinica ingenuità ama le parole complicate come “triscaidecafobia”, la paura del tredici, e “zugzwang”, mossa obbligata che costringe a una difficile scelta, ma anche altre più semplici e dirette tipo “stronzo”.
I genitori sono due repressi cronici, il padre lavora come insegnante di biologia marina allʼuniversità, mentre la madre, una quarantenne un po’ imbalsamata, passa il suo tempo a rimpiangere gli anni della giovinezza.
Improvvisamente nella sua vita arriva il primo amore. Una ragazza tendente al bullismo e alla misantropia che soffre di dermatite, con disturbi psicosomatici dovuti ad un accumulo di stress. Una giovane piacevolmente complicata, spavalda, un’auto-professata piromane che supervisiona la scrittura del diario di lui, con diritto di censura in particolare sulle parti in cui si parla di lei.
Gode delle disgrazie altrui per rendere più sopportabili le proprie.

Entrambi hanno una percezione delle cose pari a quella che può avere, del mondo esterno, un pesce chiuso in un acquario. Ed è proprio attraverso i loro sguardi e gli sguardi degli altri protagonisti, figure profondamente umane, perfettibili, inesperte, in bilico fra l’essere e il divenire, che il mondo, per come lo conosciamo, ci viene trasfigurato in unʼimmagine spietata ma poetica, visionaria e al tempo stesso dalle tinte dark.
Cʼè il ragazzo che si è conquistato la sua fama di eroe quando una coppia di gemelle, sue compagne, gli ha infilzato la schiena con un compasso e lui è rimasto impassibile, senza dire niente, senza mostrare nessun disagio quando sulla camicia sono apparse piccole gocce sangue, uno stoicismo degno dei grandi uomini della Prima Guerra Mondiale.
Cʼè la ragazza che si è immersa in un silenzio dʼovatta perché le parole giuste sono troppo difficili da trovare.
Le storie dei protagonisti si intrecciano, si accavallano, si incastrano e poi tornano ad essere strade solitarie, percezioni uniche, non omologabili, a dispetto del tentativo dellʼesterno di racchiuderle in problematiche tipiche e classificabili.
Il linguaggio utilizzato, sfruttando le immagini con cui il mondo si trasfigura agli occhi di un adolescente, si traduce in visioni, in trasposizioni che, meglio delle parole, riescono a rappresentare la percezione che un ragazzo, una ragazza ha del mondo esterno.
Alla fine del turbinio che viene fuori dalla relazione con se stesso, con gli altri, con lʼamore, con gli adulti, con la vertigine che accompagna lʼintesità di questi anni, pare apparire unʼumanità sommersa, che tenta e che fallisce, che si tradisce senza avere la possibilità di incidere sulla propria vita e su quella degli altri, anni trascorsi sotto la superficie increspata dellʼacqua, faticosamente aggrappati allʼuniverso che li contraddistingue.

Fonte: Teatro Altrove

Di Staff_ReteGenova

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